sabato 4 dicembre 2010

Piero della Francesca e l’Umanesimo matematico 2



Il periodo e le idee degli artisti contemporanei



Grandi cose e grandi pensieri scuotevano le menti di quel gruppetto di intellettuali, artisti e scienziati, che nel '400 avrebbero riempito con i loro lavori i musei del mondo e dato la gioia nei secoli a venire di rivedere in quello una rinascita dell'Umanità. La riscoperta dei classici greci e latini riusciva a diffondere in quel gruppo la voglia di capire, di scoprire, di realizzare opere straordinarie. Queste potevano nascere solo all'interno di un pensiero scientifico e da una ricerca del bello e della misura, tutta umana come lo era quella di Euclide, Socrate o Fidia.
Sia Alberti, che Leonardo, che Piero della Francesca che per primi hanno scritto tesi sulla prospettiva, cercano una risposta nei metodi della geometria. Scriverà Leonardo:
... quelli che si innamorano della pratica senza scientia sono come nocchieri che entrano in naviglio senza timone o bussola, che mai hanno certezza dove si vadano. Sempre la pratica deve essere edificata sopra la buona teoria, della quale la prospettiva è guida e porta e senza questa nulla si fa bene.
E Piero della Francesca parlerà di prospettiva come di vera scientia. La riscoperta della cultura classica, e in particolare di quella scientifica, ha ovviamente un ruolo centrale in questa svolta.
Euclide e i suoi Elementi, variamente tradotti e commentati, diventeranno un modello a cui riferirsi.

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