martedì 21 dicembre 2010

Egiziani e nuragici, la matematica unisce le due antiche popolazioni





Leggo su La Nuova Sardegna online un interessante articolo non firmato sullo studio di un insegnante di scuola superiore che collega la civiltà egiziana e quella nuragica dal punto di vista trigonometrico. Mi sembra un fatto di grande rilievo, seppure da prendere con le molle. Ecco l'articolo:


CAGLIARI. Uno studioso italiano avrebbe scoperto il filo rosso che collega la matematica egizia a quella degli antichi Sardi. In particolare le affinità fra trigonometria egizia e nuragica dimostrerebbero come si possa parlare di una comune civiltà scientifica mediterranea già nell'antichità.


Lo sostiene Nicolino De Pasquale, docente di matematica nel Liceo Scientifico Tecnologico Volta di Pescara. Lo studio degli scudi circolari dei guerrieri sardi, istoriati con disegni che riproducono le tipiche circonferenze del seno e del coseno - ha spiegato De Pasquale - porterebbero alla luce la relazione, basata su principi matematici, con l'antico gioco egizio del serpente, consistente in un disco inciso a scacchiera, che funge da sistema rappresentativo polare esponenziale.


Questa scoperta di Nicolino De Pasquale porta a concludere che fra i sudditi del faraone e i nuragici intercorre un rapporto speciale, basato tutto su metodi matematici condivisi e talmente innovativi da poter trovare ancora oggi applicazioni vantaggiose. De Pasquale, 61 anni, è un ingegnere aeronautico che vive e lavora a Pescara ed ha il pallino sulla matematica delle antiche civiltà. Ha risolto, ad esempio, l'enigma della matematica andina (nel 2000).


In seguito alla decifrazione dell'abaco Inca è stato, quindi, invitato a tenere conferenze in diverse università straniere. Usando la struttura di un abaco andino precolombiano, precisamente delle civiltà Huari e Tiwanaku, ha costruito una calcolatrice per non vedenti, a funzionamento tattile (con pistoncini pneumatici gestiti da un Plc). Ha ricostruito la scala musicale egizia, presentata a Pescara nel marzo 2006.


Nel gennaio 2007, inoltre, è stato pubblicato il suo lavoro sulle Pintaderas sarde «Arrodas de Tempus» (Ruote del Tempo), decifrando i calendari solari e lunari nuragici. Le Pintaderas hanno consentito di ricostruire, per analogia, i calendari in uso presso Egizi, Magna Grecia e Celti, e di decifrare il complesso insieme dei sistemi solari e lunari del bacino del Mediterraneo in uso nel I e II millennio a.C.

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