martedì 26 luglio 2011

Le bambine e la matematica: la fiducia la infonde la madre



La fiducia in sé è il primo passo per avere successo nella vita”  ma, quando si è in tenera età e la personalità non è ancora del tutto formata entrano in gioco i genitori.
Un principio basilare della psicologia che in teoria è conosciuto ma non sempre in pratica è applicato. Il bambino, in più, per alcuni aspetti, tende a emulare il genitore dello stesso sesso o a prenderlo come punto di riferimento.
E’ quanto succede in particolare nel binomio “donna – matematica”.

Uno studio condotto dall’Università di Bologna e pubblicati su Developmental Psychology su un campione di 124 bambine dai 5 ai 7 anni e i relativi genitori, ha dimostrato che per quanto riguarda i numeri e i calcoli la madre può influire sul rendimento della propria figlia anche fino al 15%. Un valore che si riscontra in paesi quali l’Italia, la Turchia o la Grecia e che è completamente assente in altre regioni del mondo quali, ad esempio, i paesi del nord europa.

In sintesi: se la madre crede che i maschi siano più bravi in matematica rispetto alle femmine e, quindi, che sua figlia può impegnarsi ma avrà sempre difficoltà allora questa potrà far calare i propri risultati; se, al contrario, la madre infonde fiducia alla figlia spiegandole che il cervello umano è capace di elaborare conti a prescindere dal sesso la piccola avrà successo.

La figura genitoriale: Prendersi cura al meglio del proprio figlio non è semplice e molte devono essere le cose che bisognerebbe conoscere o apprendere. Tra le componenti fondamentali dell’educazione dei figli è quella di non trasmettere i propri stereotipi o pregiudizi e lasciare la prole libera di formare le proprie opinioni. I risultati dei test hanno confermato questa teoria.
In questo contesto il padre, anche se presente, non gioca alcun ruolo e non ha alcuna influenza sulla bambina mentre il successo del test accresce se, prima della prova, alle bambine viene chiesta di disegnare una figura femminile. Le figlie, nell’immagine rievocano la madre e, inconsapevolmente, ne rimangono influenzate in positivo o negativo.

L’esperimento: il campione è stato analizzato individualmente nelle proprie classi scolastiche. Prima di iniziare il test i ricercatori hanno raccontato diverse storie con argomenti neutri o con protagoniste femminili stereotipate e, in seguito, è stato chiesto loro di disegnare la figura immaginata durante il racconto. Al contempo è stato sottoposto ai genitori un questionario nel quale si chiedeva se ritenevano che il genere sessuale (maschio o femmina) potesse influenzare la predisposizione alla matematica, arte e lingue.

I risultati: un terzo del campione ha ammesso di condividere lo stereotipo secondo il quale i maschi fossero più portati per la matematica e le femmine per arte e lingue. Le madri incluse in questo campione hanno generato nelle proprie figlie “un’ansia da prestazione” così forte da far abbassare il risultato finale. Le figlie del restante campione che ha rigettato lo stereotipo, invece, non si sono lasciate influenzare dal parere genitoriale (che del resto era neutrale) indotto dalla storia raccontata e dal disegno realizzato e hanno mantenuto lo stesso risultato.

Già qualche anno fa alcuni economisti italiani avevano dimostrato come il successo in matematica delle donne fosse strettamente legato al loro grado di emancipazione. In alcuni paesi nordici – hanno spiegato i ricercatori - il gap coi maschi risulta di fatto azzerato e in alcuni casi ribaltato (Islanda), mentre in paesi è ancora piuttosto pronunciato". La diffusione della ricerca ha, dunque, l’obiettivo di far riflettere le madri e di far loro abbandonare tutti i pregiudizi legati al sesso e di recuperare quella fiducia nel genere femminile che potrebbe far rivoluzionare completamente il paese. 


Perché soffocare una mente geniale soltanto perché si tratta di una donna? 
Un concetto che molti ritengono obsoleto ma, a quanto pare, non tutti.

Marcella Sardo



Fonte: http://www.corriereinformazione.it/2011072612217/attualita/attualita/le-bambine-e-la-matematica-la-fiducia-la-infonde-la-madre.html

mercoledì 6 luglio 2011

IL CASO DEL PI GRECO




Il pi greco è morto, viva il pi greco

La proposta degli studiosi inglesi: «Aboliamolo».
Ma c'è chi è contrario: «Idea priva di senso matematico»

MILANO - «Pi greco è morto? Ma che sciocchezza!». Umberto Zannier, ordinario di geometria presso la Scuola Normale di Pisa, liquida così la provocazione lanciata recentemente da un gruppo di matematici inglesi che vorrebbero sostituire al celebre 3.14 il suo doppio, un valore numerico denominato tau e approssimato a 6.28. Il senso dell’operazione? Secondo uno dei proponenti, Kevin Houston, della scuola di matematica dell'Università di Leeds, rendere la matematica avanzata «considerevolmente più facile, semplificando le formule». A parere di Zannier, una mossa «priva di senso matematico, poiché il significato di pi greco è intrinseco, cioè legato al rapporto tra la circonferenza e il diametro. Ma soprattutto inutile, perché esistono consuetudini ormai accettate: cambiarle comporta un’inerzia talmente grande che non ne vale certo la pena». Numero «interessante perché universale - come spiega Zannier - il pi greco è una costante che non abbiamo "inventato" noi com’è successo ad esempio con misure come il metro, che sono convenzionali – ragione per cui nel mondo anglosassone se ne usano altre. Il pi greco sarebbe esattamente lo stesso anche se lo dovessero calcolare i marziani».
FUORI DAI CONFINI - È forse anche per questo che il 3.14 esce di quando in quando dai rigidi confini della matematica per far parlare di sé. È del 1988, presso l’Exploratorium di San Francisco, la prima celebrazione del «Pi Day», nato su iniziativa del fisico americano Larry Shaw, che propose il 14 di marzo (3.14 secondo la grafia inglese) come giorno di festa. Il Guinness World Recordsregistra i primati di chi sa recitare a memoria il maggior numero possibile di decimali (detentore del primato attuale è il cinese Chao Lu, con 67,890 cifre recitate in 24 ore e 4 minuti) e di chi ne calcola il valore con maggiore precisione. Nell’ultimo caso il primato spetta a Shigeru Kondo, ingegnere informatico giapponese, che ha calcolato il valore del pigreco in 5.000 miliardi di cifre decimali. Se per «portare la matematica nelle piazze» ogni iniziativa è buona, entrano in gioco anche i record di casa nostra . Di recente a Udine 768 bambini, ragazzi e adulti vestiti con magliette con impressa una cifra si sono disposti per formare la più lunga sequenza umana mondiale del pi greco.
Elisabetta Curzel - CORRIERE DELLA SERA

LA GEOMETRIA ELLITTICA – modello di Riemann

Questa geometria si ottiene sostituendo al quinto postulato di Euclide il seguente : “Ogni retta  s  passante per il punto P incontra sempre...