venerdì 13 luglio 2012

E alla ip più uno uguale a zero

Qualche tempo fa uno studente un po' sovrappensiero mi chiese: "proff ma come farà lei a studie' utte 'ste robe... e poi 'ste formule brutte...una pegio de quel'altra". In effetti c'è una zona della goniometria in cui le formule la fanno da padrone: riempiono lavagne e quaderni e spesso confondono le idee, soprattutto ad un certo tipo di studente... Risposi allo sventurato:" guarda, che in realtà le formule sono oggetti belli... anzi fra le formule si fanno anche dei veri e propri consorsi da Miss... e adesso ti faccio vedere la formula che è riconosciuta come la più bella di sempre..." e, preso uno spezzoncino di gesso abbastanza lungo da essere impugnato, scrissi la FORMULA DI EULERO:
Mi è rimasta poi una certa inquieta curiosità perché ormai da qualche anno non la vedevo più e k'incontro con una Miss, comunque crea turbamento. Girando in rete, ho scperto un sito dove si trattano questioni matematiche, ovvero: http://ciaoidea.it/L'_identit%C3%A0_di_Eulero.
Da quella pagina ho recuperato l'origine (analitica) della formula, che ripropongo qui sotto, sperando di fare cosa gradita ai miei lettori e diffondendo il lavoro svolto da chi segue e gestisce il sito in questione (http://ciaoidea.it/L'_identit%C3%A0_di_Eulero>).


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Consideriamo l'equazione
1)  x^2 = -1
non esiste nessun numero reale che elevato al quadrato restituisca -1, in quanto il quadrato di un numero reale è un numero positivo oppure nullo. Le soluzioni sono
 x = \pm \sqrt {-1}
essendo  \sqrt {-1}  un' entità matematica non reale o immaginaria indicata con la lettera i
 i = \sqrt {-1}
quindi le soluzioni dell'equazione 1) sono
 x = \pm i
ossia
 i^2 = 1
se ne deduce quindi che i numeri reali si ottengono da operazioni con numeri immaginari (in questo caso il quadrato dell'unità immaginaria) quindi l'insieme dei numeri reali R non può che essere un sottoinsieme di un insieme ancora più vasto costituito da numeri reali e da numeri immaginari: tale insieme è quello dei numeri complessi C
 R \subset C


Possiamo definire quindi un numero complesso z come un vettore costituito da una coppia di valori: uno reale (a) e ed uno immaginario (ib) rappresentabile nel Piano di Gauss:
File:pianogauss.gif
essendo:
     z \in C
     a,b \in R
     z=a+ib
     |z|=\sqrt { a^2 + b^2 }  =\rho
    \theta  è l'angolo formato tra il vettore z e l'asse reale e valgono quindi le relazioni:
    a= \rho cos \theta
    b= i\rho sin \theta
segue :
2) z=\rho (cos \theta + i sin \theta)
deriviamo ora z rispetto a   \theta  per vedere come tale vettore rapidamente varia in funzione di questo angolo:
     { d z \over d \theta }= { d \over d \theta } {\rho (cos \theta + i sin \theta) }
ipotizzando   \rho  costante risulta:
     { d z \over d \theta }= {\rho ( -sin \theta + i cos \theta) }
     d z = {\rho ( -sin \theta + i cos \theta) } d \theta
     d z = {\rho i ( i sin \theta + cos \theta) } d \theta
ma ricordando la definizione di z nella 2) risulta:
     d z = i z d \theta
     { 1 \over z } d z = i d \theta
sommiamo attraverso un processo di integrazione tutte le microvariazioni di z rispetto a \theta:
3)  \int { 1 \over z } d z = \int { i d } \theta
     log z = i \theta
     z = e  ^ { i \theta }
per la 2) risulta:
     \rho (cos \theta + i sin \theta) = e^{ i \theta }
se \rho = 1 otteniamo la formula di Eulero
     e^ { i \theta } = cos \theta + i sin \theta
File:Eulers_formula.png
se  \theta = \pi otteniamo
     e  ^ { i \pi } = -1
questo risultato è facilmente comprensibile: quando l'angolo \theta corrisponde a 180° la punta del vettore complesso coincide nella direzione ma con verso opposto all'asse reale (ved. segno negativo) e con modulo 1
da qui segue la famosa identità di Eulero:
     e  ^ { i \pi } + 1 = 0
L'equazione, elegante e concisa, racchiude ben 5 entità fondamentali della matematica:
- il numero di Nepero o Eulero:  {e}  - la costante  { \pi }  - il numero immaginario  { i }  - il numero naturale  { 1 }  - il numero naturale  { 0 }
La bellezza della matematica risiede nella pluralità delle possibili connessione che un risultato riesce ad evocare. La formula di Eulero mostra una profonda relazione fra le funzioni trigonometriche e la funzione esponenziale complessa. (L'identità di Eulero è un caso particolare della formula di Eulero). Ora visto che i numeri complessi sono un insieme molto più grande dei numeri reali e visto che attraverso questi ultimi è possibile descrivere i fenomeni fisici naturali possiamo concludere che i numeri complessi possono essere utili a descrivere la fisica dei fenomeni in modo più generale e matematicamente più compatto.
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