giovedì 14 aprile 2011

Uno, due, molti!



Questa mattina (ma anche qualche giorno fa, in altre classi) ho proposto l'esempio di una popolazione dell'Amazzonia, che conta solo con i numeri 1, 2 e un suono che indica tutto ciò che è oltre il 2 (diciamo "molti") per spiegare il concetto di infinito e ancor più per mettere in guardia rispetto ai rischi che si corrono assimilando l'infinito matematico agli altri numeri. E' un esempio che mi piace e volevo documentare lo studio di antropologia matematica che è stato svolto per arrivare a questa conclusione. Riporto volentieri dunque l'articolo tratto da : http://cultura.blogosfere.it/2008/07/quando-i-numeri-non-hanno-nome-contare-fino-a-uno-due-e-molti.html e datato 26 luglio 2008
I Mura-Pirahã sono un gruppo etnico composto da circa 8.000 individui che vive nello stato brasiliano di Amazonas, lungo i fiumi Maici e Autaces, nella foresta tropicale.La loro maggiore particolarità sta nella loro lingua che comprende solo dieci fonemi e soltanto tre parole per indicare i numeri dal significato approssimativo di “uno”, “due” e “molti”.O almeno questo era quanto emerso da una ricerca del 2004 dello psicolinguista Peter Gordon della Columbia University.Un recente studio condotto dallo scienziato cognitivo Edward Gibson del Massachusetts Institute of Technology afferma invece che la lingua Piraha non conterrebbe alcuna parola che definisca quantità esatte, nemmeno per la quantità “uno”.
I ricercatori hanno posto su un tavolo, di fronte a sei adulti Pirahã, una bobina di legno, aggiungendone progressivamente altre fino ad arrivare a 10. A ogni bobina aggiunta i ricercatori chiedevano ai soggetti: “quante sono?”. Hanno poi effettuato l’operazione inversa, partendo da dieci bobine e levandone una alla volta fino a ridurle a una soltanto.
I volontari piraha hanno usato, per rispondere, le stesse tre parole, sia quando l’esercizio prevedeva l’incremento delle bobine, sia quando ne prevedeva il decremento. Nell’esercizio incrementale queste tre parole corrispondevano grosso modo a “uno”, “due” e “molti”. Nell’esercizio inverso le tre parole sono state usate per indicare da 1 a 6 bobine, da 4 a 10 bobine e da 7 a 10 bobine. Secondo gli autori questi risultati indicano che le tre parole Pirahã non identificano quantità esatte, ma possono essere considerate “quantificatori vaghi”, ovverosia riferimenti quantitativi generici come i nostri “pochi”, “alcuni”, “di più”.

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