domenica 4 luglio 2010

Grigorij Perelman ha dimostrato la congettura di Poincaré ma ha detto no ai soldi dell'istituto Clay



Grigorij si è preso un po’ di tempo e di silenzio, ma alla fine ha parlato. Anche stavolta ha detto di no. E, in fondo, chi lo conosce se lo aspettava: la sua vita è costellata di rifiuti pazzeschi. 

Il matematico russo Grigorij “Grisha” Jakovlevič Perelman, l’unico uomo al mondo che sia riuscito a risolvere uno dei sette Problemi del Millennio, dimostrando la Congettura di Poicaré, ha rifiutato il premio da un milione di dollari che gli era stato assegnato dal Clay Mathematics Institute per essere riuscito in questa impresa ai limiti dell’impossibile. James Carlson, il presidente dell'Istituto, si era messo in contatto con Grisha in marzo per informarlo del premio: «Mi ha detto di esserne onorato e mi ha assicurato che rifletterà se accettare». 

Perelman ha riflettuto a lungo, lasciando trascorrere anche la data dell’8 giugno, quando a Parigi si è festeggiata ufficialmente la soluzione della Congettura. Si è fatto vivo solo giovedì 1° luglio. “E’ stato come sempre molto gentile – ha spiegato Carlson – ma non c’è stato verso di farlo recedere dalla sua decisione: ha detto di no”. 

“Sai – ha poi spiegato Grisha a un giornalista dell’agenzia di stampa russa Interfax -: c’erano un sacco di pro e contro da valutare. Per questo c’è voluto un po’ di tempo per decidere”. Grigorij Perelman ha 44 anni e non ha mai amato la ribalta. Nato a Leningrado, è stato fin da giovanissimo un genio della matematica, come la sorellina Elena. I genitori (papà ingegnere, mamma prof, ovviamente di matematica) lo iscrissero alla Scuola Pubblica n° 239, un istituto fondato negli anni 1950 e riservato a bambini particolarmente dotati. Nell’82, a sedici anni, vinse la medaglia d’oro, con il massimo punteggio, alle Olimpiadi internazionali della matematica, a Budapest. Gli proposero una borsa di studio negli Stati Uniti. Rifiutò. Si laureò nella sua città, anche se poi fu chiamato in atenei americani, fra i quali il Massachusetts Institute of Technology. A metà degli Anni Novanta tornò in Russia e lavorò, con risultati brillanti ma senza far parlare molto di sé, al prestigioso Istituto Steklov di Matematica, a Leningrado, ora San Pietroburgo. 

Nel 1996 un altro “niet”, stavolta a un premio europeo: "La giuria è incompetente" disse, disarmante. Lasciò fuori dalla porta anche la prestigiosa rivista "Nature" che voleva intervistarlo. Meglio il silenzio. Intanto a Parigi, il 24 maggio 2000, l’Istituto matematico Clay, proclamò i sette Problemi del Millennio: in palio un milione di dollari per ogni soluzione, visto che ognuno di essi può avere anche importanti implicazioni economiche. Fra i sette, la Congettura di Poincaré, proposta dal matematico francese Henri Poincaré nel 1904, un complesso problema di topologia. E nel 2002 fu proprio Grisha Perelman, l’eremita di San Pietroburgo, a scrivere un articolo che venne poi ritenuto risolutivo nella dimostrazione della Congettura. Nel mondo dei matematici Grisha divenne ancor più una leggenda. 

Ma lui nel 2005 si dimise dallo Steklov perché non l’avevano rieletto membro dell’Istituto. Se ne andò senza neppure avvisare la direzione. E l'anno successivo rifiutò la Medaglia Fields, il “Nobel” dei matematici: «Per me – disse - è del tutto irrilevante. Se la soluzione è quella giusta, non c'è bisogno di alcun altro riconoscimento». 

Da allora vive con la madre alla periferia Sud di San Pietroburgo. Stanno in un miserabile monolocale all’interno di una khrusciovka, uno di quei palazzoni popolari costruiti ai tempi di Nikita Kruscev. La leggenda vuole che si nutra solo di rape e di cavolo nero. Senza un lavoro fisso, senza amici, ignora le email ed evita accuratamente giornalisti e fotografi. Per lui i soldi non contano: "Non voglio essere uno scienziato da vetrina – ha spiegato - e troppi soldi in Russia generano solo violenza". 

Gira conciato come un barbone. Capelli e barba incolti, scarpe da ginnastica sformate. Le immagini più recenti di lui, con il suo look trascurato, sono state rubate da un blogger che l’ha scovato in metropolitana e l’ha immortalato con il cellulare mettendo poi le foto su internet. Ora che ha rifiutato il milione di dollari e ha parlato con il presidente dell’Istituto Clay e i giornalisti tornerà a seppellirsi nel silenzio della khrusciovka. Ma dicono che nella sua città, che fu la capitale degli zar, non sia difficile trovare t-shirt con il suo volto. E la scritta: "Non tutto si compra". 

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